Tipo di evento:

Zafarrancho a terra

Data dell'evento:

20/09/2019

Luogo:

Rovolon

Tavola organizzatrice:

335

Persona di Riferimento:

Gianni Burigana - Duca della Bojana

Email:

dott.burigana@libero.it

Descrizione:

Il diario di Antonio Pigafettail raccomandato di ferro


Un resoconto meraviglioso che tuttavia sembra un’avventura della
immaginazione ( Gabriel Garcia Marquez)

MAKER Hondius; FIRST EDITION 1606; THIS EDITION 1606 or later; AREA SHOWN Magellanica; NOTE North and south reversed

Giusto cinquecento anni fa da San Lucar, città spagnola alle foci del Guadlquivir, partivano
in duecentosessanta al comando di un portoghese su cinque navi spagnole.
Dopo tre anni torneranno in diciotto su una sola nave, il comandante ucciso in un fatto d’arme
a metà del viaggio.
Una impresa fallimentare potrebbe dire qualcuno.
No, non è così. Al contrario: l’impresa di Magellano –
perché come ben avete inteso questa vogliamo ricordare  – è uno dei momenti forti del percorso della civiltà.
Il passaggio a sud ovest alla ricerca della via alle Indie navigando verso occidente, il ritornare al porto di partenza dopo aver circumnavigato la terra non saranno più un sogno chimerico.
Si dimostrava la percorribilità di una via ai commerci con l’allora ancestrale lontano oriente diversa e ben più foriera di profitti rispetto al procedere a piedi al seguito di carovane cammellate.
Non più l’attraversamento di deserti, il superamento di catene montuose recando sacchi di merci, il difendersi da feroci predoni, bensì navigazione con carichi per tonnellate delle mercanzie e dei beni più preziosi da una parte all’altra del mondo.
Il viaggio di Magellano rappresenta la summa di tutto ciò che storia ed immaginario collettivo riconoscono nella grande epopea delle scoperte geografiche.
Nella impresa di Magellano riconosciamo quella
suprema tensione nel violare i limiti del conosciuto, la
ricerca di fonti cartografiche utili a supportare l’utopico sogno, il superare il tradimento dei
sottoposti, il sedare l’ammutinamento delle ciurme, il conferire fiducia e speranza a chi non senza buona ragione ritiene che tutto sia perduto, che la meta sia irraggiungibile.
Di tutto ciò ci è giunta narrazione fedele, priva di cedimenti all’enfasi ed alla facile celebrazione scritta dal vicentino Antonio Pigafetta imbarcato quale criado , alias attendente, al seguito della spedizione.
Il poco più che ventenne Pigafetta nell’occasione dell’imbarco emerge come un raccomandato di ferro: come vicentino non era certo uomo di mare, non era uomo di spada anche se appartenente all’ordine militare cavalleresco dei Cavalieri di Rodi.
Quali valenze, quali esperienze dunque poteva far brillare il nostro vicentino per superare la selezione ed entrare a far parte dell’equipaggio? Semplicemente: la raccomandazione.
E quale raccomandazione poteva valere più  dell’essere aggregato a Francesco Chiericati
(vicentino amico di famiglia) delegato pontificio alla corte del cattolicissimo re Carlo V ?
E Pigafetta assolve al ruolo di segretario – criado nel modo migliore rendendoci una cronaca del viaggio assolutamente esemplare.
Traversie della navigazione, introspezione psicologica dei personaggi, descrizione di
meravigliose cose mai viste, mai descritte da alcuno prima fanno del Ragguaglio della La copertina del libro riedito dai Fratelli della Costa
Navigazione alle Indie Orientali per la Via d’Occidente un punto fermo non solo della
letteratura del mare.
Animali, piante, frutti mai visti, uomini di etnie sconosciute vengono raccontati quali realtà
fantastica.
Realtà fantastica, ossimoro attraverso il
quale Gabriel Garcia Marquez declina la sua
produzione letteraria.
E non a caso nel pronunciare, come d’uso la
lectio magistralis che ogni insignito del premio Nobel pronuncia in Stoccolma, nel 1982 Garcia Marquez esordisce il suo discorso intitolato “La solitudine della
America Latina” con il nome di Pigafetta e della sua opera: ….scrisse un resoconto rigoroso che tuttavia sembra un’avventura dell’immaginazione…..
Negli anni immediatamente successivi alla conclusione dell’impresa il Ragguaglio ebbe
notevole risonanza anche se volutamente messa in sordina proprio dalla Spagna, paese che
la spedizione aveva voluto e dalla quale più di ogni altra trarrà beneficio nell’immediato. Per contro le autorità della Serenissima Repubblica di Venezia concessero il godimento al Pigafetta per vent’anni dei diritti di autore sulla diffusione del testo.
Ma, caso del destino, il testo a stampa e le varie versioni manoscritte, scompaiono nel corso di quasi tre secoli alla attenzione degli studiosi e dei bibliofili finchè nel 1797 Carlo Amoretti direttore della Biblioteca Ambrosiana ritrova il manoscritto, manoscritto che viene pubblicato preceduto da una prefazione e assistito da chiose figlie del secolo dei lumi.
Ed è la edizione stampata sul finire del ‘700 dall’Amoretti che la Fratellanza della Costa
ripropone ora in forma di ristampa anastatica.

Il venti di settembre, giorno della partenza da San Lucar, il Fratelli della Costa delle Tavole delle Venezie, Castel Lova, Padova e Trieste, alias della Carta del Golfo, e della Tavola di Modena hanno celebrato l’evento in Rovolon, ameno paese alle pendici nord dei colli Euganei, paese nel quale la famiglia Pigafetta ora risiede dopo aver lasciato il prestigioso palazzo in Vicenza. Alla cerimonia ed alla presentazione in assoluta anteprima della ristampa edita per i tipi della Fratellanza (diciamo la verità senza nasconderci dietro un misero dito: si è trattato di un grandioso Zafarrancho) hanno presenziato il Gran Commodoro e lo Scrivano Maggiore.
Fortemente simbolica è stata la presenza del Conte Roberto Pigafetta, ultimo discendente del Nostro, il quale nel corso della serata ha tracciato la parabola
della famiglia, ora dedita ed impegnata alla produzione del vino del Navigante, vino di ottimo livello e dall’importante significato intrinseco che – ammesso che vi fossero dubbi – ha accompagnato abbondantemente la serata.
Gianni Burigana
Duca della Bojana
Luogotenente della Tavola di Venezia